lunedì 26 febbraio 2024

Una storia sufi: Settant'anni

 


Un vecchio si recò dal medico. Quando gli ebbe spiegato che le sue facoltà intellettuali declinavano, il medico rispose:
«Questo è dovuto alla tua età avanzata!»
«La mia vista, anch’essa, si indebolisce!»
«Ma è perché tu sei vecchio!»
«Ho dei forti dolori alla schiena.»
«Non è che l’effetto della vecchiaia!»
«Non digerisco nulla di quello che mangio.»
«Se il tuo stomaco è debole, la responsabilità è dovuta alla tua età avanzata!»
«E, quando respiro, il mio petto è oppresso.»
«È normale. Tu sei vecchio! E la vecchiaia porta con sè dei malanni!»
Il vecchio allora si infastidì:
«Specie d’idiota! Cosa significano questi bei discorsi? Tu non conosci nulla della scienza della medicina. Tu sei più ignorante di un asino! Dio ha creato un rimedio per ogni male, ma tu l’ignori! È così che hai imparato il tuo mestiere?»
Il medico replicò:
«Tu hai più di settant’anni! È a questo che sono dovute la tua collera e le tue amare parole».

Ill: Arab old man painting by the algerian painter Hamri Abdelkarim

domenica 14 gennaio 2024

Marocco : i 10 piatti da non perdere



Baghrir

La colazione in Marocco non può non prendere il nome di baghrir, gustosissimi pancake che possono essere accompagnati da miele o sciroppo d'acero, squisiti e facili da preparare si accompagnano bene con del succo d’arancia.

Couscous

Il couscous è considerato il piatto simbolo della cucina marocchina, nonché della cucina araba mediterranea in generale. Si tratta di granuli di semola cotti in acqua bollente, piatto semplice e ormai molto conosciuto in Italia che lo ha adottato tra le sue pietanze.

Tajine

Il tajine è un piatto a base di carne e verdure cotti in una padella di terracotta. Il tutto si deve cuocere a fuoco lento, per diverse ore in modo da mantenere la fragranza del cibo. Si aggiungono infine le spezie per un gusto veramente indescrivibile.

Tanjia

La tanjia è il piatto tipico di Marrakech, agnello, cumino, ras el hanout, zafferano, limone candito, burro e olio, cotti in una giara di terracotta a fuoco lento e condito con una miriade di spezie tipiche della tradizione araba. 

Mèchoui

Il mèchoui è un piatto a base di agnello arrosto servito con pane, cumino e sale. Si tratta di un altro piatto tipico della cucina di Marrakech, caratterizzata da piatti a base di carne ma non di maiale per la tradizione islamica che lo vieta. L'agnello è molto utilizzato per fare da base a diverse pietanze.

Zuppa harira

L'harira è la zuppa nazionale marocchina, simbolo del Ramadan. Ognuno ha la sua ricetta tipica, questo significa che non si mangia nello stesso modo in ogni luogo. Si tratta di un mix di carne, legumi, verdure e spezie che la rendono veramente gustosa.

Pastilla

La pastilla è una specie di pizza rustica con una sfoglia leggera dorata al burro ripiena di carne, cipolle, mandorle, coriandolo, zafferano e cannella. Si serve con un po di zucchero a velo, e ha quel sapore misto tra dolce e salato.

Katban

Il katban è un gustoso piatto a base di agnello che si serve come uno spiedino. Prima di essere cotta la carne viene macerata in una salsa di cipolle, prezzemolo, paprica, sale, pepe, cumino e olio d’oliva.

Corni di gazzella

I corni di gazzella sono piccoli dolci con una base di mandorle tritate, cannella e acqua di fiori d’arancio. Si accompagna generalmente al tè verde alla menta, bevanda tipica del luogo. Questi dolci sono ideali per la colazione o anche per la merenda pomeridiana.

domenica 24 dicembre 2023

Conoscere i tuareg: la religione


In origine animisti, i Tuareg sono stati convertiti all’Islam 1200 anni fa dagli arabi, ma mantennero intatte alcune delle loro tradizioni animiste e modificarono alcune di quelle musulmane:

- è l’uomo e non la donna a tenere il volto coperto;

- non sono soliti pregare cinque volte al giorno rivolti verso la Mecca;

- gli uomini sposano generalmente una sola donna anche se è concessa la poligamia.

Credono negli spiriti buoni e cattivi detti jinn che abitano fra le montagne, nelle oasi, negli alberi e nei pozzi.

Gli spiriti sono conosciuti dalla donna che al momento del parto entra in contatto con essi:

oltre alle voci di trapassati sentirà la voce o meglio le mille voci degli spiriti dell'acqua che non possono uscire dalle sorgenti altrimenti il caldo del deserto li ucciderebbe.

Conosce anche gli zini, spiriti aerei che parlano tramite il vento e si materializzano in turbini o tempeste.

Altri spiriti galoppano aggrappati alla schiena delle lepri e portano alla follia;

talvolta, saranno trasportate da una mongolfiera o da prodotti artigianali in lontanissimi paesi dove vivono le persone scomparse.

Vi è il culto dei morti e si crede nella reincarnazione.

Le persone vengono seppellite con dei datteri in mano.

Prima di abbattere una pianta i Tuareg praticano un rito perché, per motivi religiosi devono far scappare i jinn che questa contiene.

Secondo una loro leggenda il Sahara sarebbe nato perché Allah, in collera con gli uomini, decise un giorno di punirli facendo cadere sulla Terra un granello di sabbia per ogni loro peccato.

E dove un tempo c'erano fiumi e savane, dove correvano leoni e gazzelle, nacque il

Sahara, il padre di tutti i deserti.

venerdì 3 novembre 2023

Chi era Mahmoud Darwish


Mahmoud Darwish, scrittore palestinese considerato tra i maggiori poeti del mondo arabo, ha raccontato l’orrore della guerra, dell’oppressione, dell’esilio (al-Birwa, suo villaggio natale, è stato distrutto dalle truppe israeliane durante la Nakba e ora non esiste più, né fisicamente né sulle cartine geografiche). Fuggito in Libano con la famiglia, per scampare alle persecuzioni sioniste, tornò in patria (divenuta terra dello Stato d’Israele) da clandestino, non potendo fare altrimenti. La sua condizione di “alieno” e di “ospite illegale” nel suo stesso paese rappresenterà uno dei capisaldi della sua produzione artistica. Arrestato svariate volte per la sua condizione di illegalità e per aver recitato poesie in pubblico, Mahmoud – che esercitò anche la professione di giornalista – vagò a lungo, non avendo il permesso di vivere nella propria patria: Unione Sovietica, Egitto, Libano, Giordania, Cipro, Francia furono le principali nazioni dove il poeta, esule dalla sua terra, visse e lavorò. Eletto membro del parlamento dell’Autorità Nazionale Palestinese, poté visitare i suoi parenti solo nel 1996, anno in cui – dopo 26 anni di esilio – ottenne un permesso da Israele. Il poeta si spense a Houston (Texas) il 9 agosto 2008 in seguito a complicazioni post-operatorie. Mahmoud aveva infatti subito diversi interventi al cuore, l’ultimo dei quali gli fu fatale. Solo una minima parte della sua produzione è stata, fino ad ora, tradotta in italiano. 

Nakba(la catastrofe):nome con cui si indica, nella storiografia araba contemporanea, l’esodo forzato di ca. 700.000 arabi palestinesi dai territori occupati da Israele nel corso della prima guerra arabo-israeliana del 1948 e della guerra civile che la precedette.

giovedì 12 ottobre 2023

La poesia palestinese di Mahmoud Darwish


Qui, su pendii di colline davanti al tramonto

E alla bocca del tempo
Accanto ai giardini di ombre spezzate,
Facciamo come fanno i prigionieri,
facciamo come fanno i disoccupati,
coltiviamo la speranza

Un paese si prepara all’alba.
Intontiti
A spiare l’ora della vittoria:
senza notte nella notte illuminata di bombe.
I nemici vegliano
E accendono le luci per noi
Fino al buio dei sotterranei.

Quest’assedio si prolungherà fino a quando
non avremo insegnato ai nemici
passi della nostra poesia antica


Da “Stato d’assedio” di Mahmoud Darwish

domenica 10 settembre 2023

Perché gli asini hanno il muso bianco


Tutti sanno che l'asino è l'animale più paziente e che più di tutti gli altri può essere caricato sino all'inverosimile. L'asino sopporta tutto. Ci si rende conto di quanto si pretende da lui solo quando schiatta, e allora vuol dire che era davvero troppo carico.Gli asini patiscono le maggiori pene dai bambini, soprattutto quando questi li portano al pascolo. Come si sa, i bambini percuotono l'asino con bastoni, gli tirano pietre, gli saltano in groppa e si fanno trasportare in cinque o sei alla volta. L'asino, sempre paziente, li lascia fare senza opporsi.Un bel giorno, alcuni angeli si rivolsero al Signore dei Mondi e gli dissero: "Signore! Osserva l'asino. E' l'immagine della pazienza e della resistenza. Non pensi che anche lui avrebbe diritto al Paradiso?" Il Signore diede subito ragione agli angeli e, senza esitare, ordinò che l'asino fosse condotto in Paradiso. Gli angeli, allora, volarono subito dall'asino per cantargli la buona notizia, prenderlo con loro e condurlo all'ingresso del Paradiso. Appena arrivati davanti alla grande e lucente porta del Paradiso, l'asino sporse il muso verso l'interno ma subito si irrigidì e non volle più proseguire. Gli angeli non capivano, non si spiegavano. Provarono e riprovarono, prima delicatamente poi con forza, a spingere la bestia aldilà della porta, ma ... niente, non c'era verso. L'asino aveva, con circospezione, messo solo il muso, guardato all'interno e subito si era fermato come paralizzato. Ma cosa stava succedendo? Perché l'asino non voleva in nessun modo proseguire all'interno di quel mondo magicamente perfetto e felice? Non passò molto che gli angeli capirono il motivo: a spaventare l'asino sino a non farlo più proseguire era stato il gran numero di bambini che aveva visto sporgendosi dalla porta del Paradiso. Era troppa la paura che l'asino aveva dei bambini, aveva subito tanti maltrattamenti da loro. Gli angeli, a malincuore, dovettero rinunciare a far entrare l'asino tra i prediletti del Paradiso e lo riaccompagnarono al suo pascolo. Appena tornato sulla terra, tutti si accorsero del cambiamento dell'asino. L'asino non era entrato in Paradiso, ma ci aveva infilato il muso che, illuminato dalla folgorante luce divina, era diventato bianco. L'asino ora aveva il muso bianco. Fu così, che da allora, tutti gli asini nacquero con quella caratteristica. Ecco perché oggi l'asino ha il muso bianco.

sabato 5 agosto 2023

Usi e costumi della Turchia.

In Turchia togliersi le scarpe prima di entrare in casa più che un’usanza è uno stile di vita. Viene osservata da tutti i turchi, senza distinzione perché per loro è impensabile entrare in casa con le scarpe. Verrebbe interpretato come una mancanza di rispetto oltre che d’igiene. E’ una tradizione sulla quale i turchi non transigono. In ogni casa turca si mettono sempre a disposizione degli ospiti, delle ciabatte di ogni misura. Solitamente, all’ingresso di ogni casa c’è un mobiletto per contenerle, mentre le proprie scarpe rimangono quasi sempre fuori dall’abitazione.


In Turchia, un gesto molto istintivo e legato alla paura, è quello di portare il pollice dietro i denti incisivi, spingendo leggermente la testa all’indietro. Solitamente lo si fa subito dopo un piccolo spavento. Secondo una credenza popolare infatti un forte spavento può far cadere i denti superiori.Quando si è presi alla sprovvista o di soprassalto, il gesto viene accompagnato dalla frase “Allah korusun” (che Dio protegga).Spesso è sufficiente solo il pensiero di un evento negativo per far fare questo gesto.


Battere le nocche sul tavolo con il pugno semi-chiuso (come il bussare: “battere sul legno”, tradotto letteralmente) è un gesto scaramantico, di buon auspicio, che può manifestarsi in una riunione in ufficio tra colleghi stretti (anche in presenza di uno straniero) senza partner esterni, ma difficilmente comparirà durante un incontro ufficiale.


La biancheria non si lava il sabato e il martedì. 
Lasciare fuori i vestiti lavati del bambino fino al tramonto fa sì che il bambino sia stregato. 
Una forbice non può passare di mano in mano, perché la forbice è considerata come un nemico. 
Nessuno dovrebbe passare davanti alla macchina da sposa.


lunedì 10 luglio 2023

Conoscere i tuareg: la donna e il matrimonio



Quando una ragazza tuareg arriva alla pubertà, il padre organizza una festa familiare e le offre i sui primi abiti da giovane donna e il velo chiamato ikerhi. I costumi presso i tuareg sono molto liberi, e la verginità non ha nessuna importanza ai loro occhi. Le donne, però si lasciano corteggiare solo da uomini della loro condizione sociale e solitamente si sposano dopo i vent’anni. Per sposarsi non è necessaria l’autorizzazione paterna, infatti il genitore interviene solo per impedire un matrimonio con uno sposo di condizione sociale inferiore a quella della figlia. Per prima cosa viene fissata la dote che il futuro sposo dovrà versare, che di solito è costituita da cammelli, montoni e capre, mai da asini. La festa di matrimonio si svolge nell’accampamento della donna, dura otto giorni, e gli sposi, dopo la cerimonia, vivono lì per un anno. Dopo questo periodo, i parenti dello sposo organizzano un falso rapimento; la donna viene portata nella sua nuova dimora dove viene accolta con un’altra festa e da questo momento farà parte della famiglia del marito e l’ abbandonerà solo in caso di divorzio o di morte dell’uomo. Potrà ricevere le visite dei familiari, ma non potrà contraccambiarle. Dopo il matrimonio la donna conserva la libertà di disporre dei suoi beni e non sostiene le necessità della famiglia, le spese infatti spettano interamente al marito.La donna tuareg è molto gelosa, e in seguito a un tradimento da parte del marito, ritorna dai suoi parenti e solo dopo una ricompensa materiale concede il suo perdono, ma può anche decidere di divorziare. In questo caso è a lei che rimane la tenda e il gregge. È sufficiente che una tuareg accusi il marito di cattiva condotta, di non compiere i suoi doveri coniugali, per essere liberata dai legami matrimoniali. Per i tuareg si può divorziare anche per incompatibilità di carattere o a causa di alcune malattie contratte da uno dei due coniugi, come la follia o la lebbra. Le legge musulmana prevede che la donna separata non possa avere relazioni con altri uomini per un periodo di tre mesi, definito ettef, ma la donna tuareg fa ricorso a un credenza popolare per cui ai piedi di un albero, dove si trova uno spirito benigno, posa dei doni e così lo spirito farà astinenza al posto suo e lei potrà riprendere la via della “libertà di costumi”. Se è il marito a chiedere il divorzio, la dote rimane ai parenti della donna, ma i figli restano sotto la tutela del padre.
Le nascite al di fuori dal matrimonio sono disconosciute pubblicamente e la pratica dell’aborto è assai rara, ma gli infanticidi sono numerosi. Presso i tuareg l’uomo non si sposa per essere servito dalla sposa, ma per formare un focolare e la cura dei figli è affidata alla madre. Le istituzioni  tuareg proteggono la donna nella società. I tuareg, al contrario di ciò che avviene nel mondo islamico, non si considerano superiori alle loro donne, nessun uomo oserebbe maltrattarle o mancarle di rispetto. I rapporti all’interno di una tenda tra familiari sono più simili a quelli che intercorrono in una famiglia occidentale che in una famiglia musulmana. 

lunedì 12 giugno 2023

La vacca e l'isola ( una storia sufi)

 


Una vacca viveva in solitudine su un’isola verdeggiante. Ci pascolava sino al calar della sera, e così di giorno ingrassava. La notte, non vedendo più l’erba, si preoccupava di ciò che avrebbe mangiato l’indomani, e questa preoccupazione la rendeva magra come una piuma.All’alba il prato ritornava verde ed essa si rimetteva a brucare con appetito bovino sino al tramonto. Ingrassava così nuovamente e si rimetteva in forze. Ma, la notte successiva, ricominciava a lamentarsi e a dimagrire.Il tempo avrebbe continuato a passare inutilmente perché la vacca non avrebbe mai capito di avere alcun motivo di preoccuparsi visto che il pascolo non diminuiva.Il tuo ego è questa vacca e l’isola è l’universo. La paura dell’indomani fa dimagrire la vacca. Non preoccuparti del tuo futuro. Meglio badare al presente. È anni che tu mangi, e i doni di Dio non sono per questo diminuiti. 

domenica 14 maggio 2023

Curiosità: perchè in Turchia lanciano acqua quando qualcuno parte.

Spesso in Turchia si vedono persone che versano un bicchiere, una brocca o una ciotola d’acqua sul marciapiede dietro chi parte e va via. L’acqua simbolo di vita, rappresenta il flusso della vita che scorre e quindi per augurare un buon viaggio e soprattutto un buon ritorno, si suole versare acqua per terra. Il gesto deve essere accompagnato dalla frase: 

“Su gibi git, si gibi gel” che voli dire “va via come l’acqua e ritorna come l’acqua”

Su ( pronuncia sù): acqua

Git( pronuncia ghit) : va via

Gel( pronuncia ghal): ritorna

mercoledì 22 marzo 2023

Ramadan 2023 (23 marzo - 22 aprile)

 


Vivere il Ramadan per la comunità musulmana è sempre un'esperienza molto forte a causa delle privazioni cui si sottopongono i fedeli durante il giorno, dall'alba al tramonto. durante il periodo di Ramadan, l'augurio scambiato è Ramadan Mubarak( il Ramadan è generoso) e in arabo si scrive così:

رمضان مبارك

Un'altra espressione utilizzata è Ramadan Kareem, simile nel significato a Ramadan Mubarak, ma generalmente più utilizzato nei paesi arabi e si scrive così:

 رمضان كريم

A Ramadan Kareem (o Ramadan Mubarak) generalmente si risponde con Allahu Akram che significa "anche Dio è generoso" e si scrive così:    

 الله اكرم       


martedì 7 marzo 2023

Conoscere i tuareg: il ruolo della donna


Nella società tuareg le donne occupano un posto privilegiato; si dice infatti che i tuareg discendano dalla regina Tin Hinan e per questo motivo le donne abbiano conservato un ruolo importante e godano da sempre di una certa autorità e indipendenza, caso unico nel mondo islamico. La donna infatti, partecipa con il marito alle riunioni, dove può esprimere il proprio parere; non porta il velo ed educa i figli insegnando loro la cultura tradizionale, le antiche lingue e scritture berbere. Oltre a godere di grande libertà, sono proprio le donne a detenere e gestire gli averi della propria famiglia, tanto che è proprio a loro che spetta il diritto di divorzio. L’importanza della donna si manifesta anche nella struttura della famiglia, dove si ha una gestione prettamente femminile, mentre la suddivisione della società avviene solitamente per caste.
La famiglia tuareg è monogama e la discendenza è matrilineare: il figlio, cioè, appartiene alla tribù e alla classe della madre anziché del padre.
In realtà pur essendo depositaria della cultura, attraverso la musica, la poesia e l’educazione dei figli, la donna prende le decisioni insieme al marito, che a sua volta, non prenderà mai una decisione senza averne discusso con la moglie.
Alla donna si insegna a gestire gli accampamenti durante le lunghe assenze dei mariti in viaggio con le carovane, a cucinare, le si danno lezioni di botanica per distinguere le piante nocive da quella commestibili, le si insegna a cucire, a filare il pelo delle capre, a lavorare il cuoio, a piantare la tende, a pettinare gli uomini e le donne e più tardi si presta maggiore attenzione al suo sviluppo culturale.
Quasi tutte le donne tuareg sanno leggere e tradurre il tifinagh, lingua vicina all’antico libico, attualmente in uso solo presso i tuareg, inoltre imparano a recitare e a suonare l’ amzad, una specie di violino monocorda, fatto con la metà di una zucca secca, che per i tuareg ricopre un ruolo molto importante, infatti ne hanno un vero e proprio culto e le donne lo suonano durante l’ahal .
L’ahal è una veglia organizzata dalle donne libere dai legami, che si fa quasi tutte le sere e a cui partecipano anche ragazzi che hanno superato il sedicesimo anno di età, in cui si canta e si suona.
La ragazza tuareg può scegliere liberamente il suo sposo, lo incontra dove e quando vuole e, dopo il matrimonio può divorziare anche con il pretesto dell’incompatibilità.


                                                             Auguri a tutte le donne!


domenica 12 febbraio 2023

Curiosità: il baciamano in Turchia


Il baciamano in Turchia è un’usanza molto diffusa. E’ una pratica che viene utilizzata dagli uomini, dalle donne e anche dai bambini, per salutare tutte le persone più grandi, per esempio i propri genitori o i suoceri. E’ un gesto che non si limita solamente ai momenti di festa ma anche durante le semplici visite a parenti o persone anziane. Ci si inchina leggermente, si prende la mano della persona e 
la si porta prima all’altezza della bocca per baciarla e poi la si appoggia sulla propria fronte. La persona anziana può ritrarre la sua mano prima di ricevere il bacio per mostrare di essere modesta e compiacente. 
Curiosità…durante la festa del Sacrificio, dopo che i bambini hanno baciato le mani dei familiari e dei nonni, ricevono dei soldini in regalo. In questo caso anche i bambini più monelli diventano ubbidienti! 

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...