lunedì 20 giugno 2011

Abbigliamento nel mondo arabo tra passato e presente: burqa


Il burqa, (dall'arabo burqu) è un capo d'abbigliamento tradizionale delle donne di alcuni paesi di religione islamica. Con  termine burqa si possono intendere  due tipi di vestiti diversi: il primo è una sorta di velo che copre interamente la testa  e permette di vedere solo attraverso una finestrella all'altezza degli occhi che vengono lasciati scoperti. Generalmente usato in India, in Afghanistan e in Pakistan è conosciuto soprattutto con il nome di niqab. L'altra forma, chiamata anche burqa completo o burqa afghano, è un abito, solitamente di colore blu, che copre sia la  testa sia il corpo. Munito di una griglia che serve a nascondere gli occhi, si indossa sopra i vestiti quotidiani usuali quando si deve uscire da casa. Non è portato in casa in presenza della famiglia. Il burqa è stato introdotto in Afghanistan all'inizio del 1900 durante il regno di Habibullah, che lo impose alle duecento donne del suo harem, in modo tale da "non indurre in tentazione" gli uomini quando esse si fossero trovate fuori dalla residenza reale.  Divenne così un capo per le donne dei ceti superiori, in modo tale da essere protette dagli sguardi del popolo.   Fino agli anni '50 era prerogativa dei più abbienti ma pian piano, cominciò a diffondersi  in tutto il paese. Successivamente gli stessi ceti elevati iniziarono a non farne più uso, però  nel frattempo era diventato un capo ambito anche dai ceti poveri.Ci sono prove che questo tipo di abito è stato indossato da alcune donne arabe e persiane molto prima dell'Islam. Ad esempio, il romano africano cristiano Tertulliano , scrivendo " Il velo delle vergini" attorno al 200 dC, al capitolo 17, loda la modestia di quelle "donne pagane d'Arabia", che "non solo usavano coprirsi il capo, ma tutto il loro volto ... preferendo godere metà della luce con un occhio piuttosto che prostituire le loro viso. " 


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