sabato 17 dicembre 2016

La civiltà araba

Averroè
Gli Arabi lasciarono un segno profondo del loro passaggio tra i popoli conquistati. 
Uno dei principali loro meriti fu senza dubbio lo sviluppo dato dall'agricoltura: essi infatti valorizzarono con accurati lavori di irrigazione zone incolte, importarono specialmente in Spagna e in Sicilia nuove colture (riso, giardini ricchi di limoni e di aranci, di albicocche e di palme da dattero.
Inoltre dopo averne appreso l'uso nell'Iran (Persia), introdussero in Occidente il mulino a vento, che costituì una nuova importante forma di energia, destinata insieme alla forza dell'acqua e a quella degli animali ad aumentare la produzione e a favorire i consumi. 
Dall'altra parte, non potendo in base al Corano possedere le terre che occupavano, fecero a poco a poco scomparire i latifondi, assai diffusi nel mondo romano e bizantino, e dettero particolare sviluppo alle piccole proprietà, affidandole alla cure di elementi locali.
Perfetti artigiani, gli Arabi si dedicarono anche, e con pieno successo, alla fabbricazione delle stoffe, della carta, del cuoio, della seta e delle armi e di conseguenza, favoriti da una potente flotta mercantile, ai commerci e ai traffici, che svolsero indisturbati in tutto il Mediterraneo fino al sorgere della repubbliche marinare italiane.
Testimoniano il progressi da essi raggiunto nella attività industriali le famose sete, dette damaschi dal nome della città di Damasco in Siria dove venivano anche create della tele leggerissime, dette mussoline da Mossul nella Mesopotamia dove erano prodotte in gran quantità ed anche il cuoio rosso del Marocco, noto appunto come cuoio marocchino. 
Anche il frequente uso di espressioni di origine araba nel linguaggio marinaresco di ogni paese (ad esempio arsenale, dàrsena, dogana, ammiraglio) conferma l'importanza dell'attività commerciale da essi svolta nel bacino del Mediterraneo. 
Gli Arabi svilupparono e approfondirono anche la conoscenza della filosofia e della medicina. Essi infatti scoprirono opere filosofiche e scientifiche dell'età antica, come gli scritti del filosofo greco Aristotele, giunti attraverso il Medioevo sino a noi per merito di due famosi dotti arabi: il medico Avicènna (secolo XI) e il filosofo Averroè (secoloXXI).
Dettero pure grande importanza agli studi astronomici, diffondendo ovunque l'uso di vocaboli quali nadìr, zènit, àzimut, e agli studi matematici, in  cui fecero particolari progressi: fra l'altro inventarono l'algebra (in arabo "arte delle soluzioni) e introdussero l'uso dello zero e delle cifre. Si distinsero inoltre negli studi giuridici e scientifici e nell'organizzazione di biblioteche.

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