sabato 26 maggio 2018

Ramadan: il festival dei bambini di Garangao.



Il festival di Garangao è un festival dedicato interamente ai bambini e viene celebrato in tutto il Medio Oriente, il 14esimo giorno del mese di Ramadan dopo la rottura del digiuno. In Qatar, il festival assume una particolare importanza tanto da essere festeggiato per ben 3 giorni, il 13, 14 e 15. Dopo l’iftaar, il pasto serale, i bambini indossano abiti tradizionali e si riuniscono in piccoli gruppi per girovagare nel  quartiere (fereej) dove abitano e visitare le case dei vicini chiedendo il loro Garangao "halaawa" (caramelle e dolci in arabo) che ripongono nella sacca che portano al collo. Sottofondo musicale è la canzone popolare di Garangao che tutti i bambini cantano. La festa ricorda molto Halloween eccetto per il tema spettrale.
Secondo la leggenda, questa celebrazione iniziò il terzo anno dopo l’hijra, proprio a metà del mese di Ramadan, quando nacque il nipote del profeta Maometto, Hassan figlio di Fatima. Maometto e la sua famiglia furono così felici della nascita di Hassan nel mese sacro, che distribuirono caramelle colorate a tutti i loro vicini e parenti. Alcuni esperti religiosi però osservano che Garangao non ha radici nell'Islam ed è semplicemente una tradizione culturale che risale al periodo abbaside.
Il vero significato di Garangao è vago. Alcuni ritengono che la parola sia onomatopeica e provenga sia dal suono delle pietre che i bambini battono tra loro per accompagnarsi nel canto, sia dal suono delle noci e delle caramelle che si urtano nelle sacche che portano. Sebbene questa festa continui ad essere celebrata, è cambiata nel tempo come molti aspetti della tradizione e della cultura. Negli anni passati era completamente sicuro per i bambini camminare di casa in casa nel loro  giro notturno; oggi, con il pericolo di estranei e automobili in corsa, molti genitori preferiscono far accompagnare i bambini dalle loro domestiche o dai fratelli e cugini più grandi. Anche la tradizione ha risentito dell’influenza del materialismo e della commercializzazione del mondo moderno. Le speciali sacche di cotone che i bambini portano al collo, prima erano  cucite e ricamate dalle  loro madri, oggigiorno sono comperate nei negozi di articoli da regalo e supermercati che vendono queste borse con temi di Harry Potter, Barbie e Hannah Montana. Ciò porta i bambini a competere tra loro per vedere chi ha i migliori e più costosi sacchetti, provocando sentimenti di gelosia e di esclusione. Questo rovina il motivo esatto per cui si festeggia questa ricorrenza che dovrebbe celebrare i bambini, la felicità dell'infanzia e la sua purezza, la gioia e la felicità del Ramadan.


lunedì 14 maggio 2018

La poesia palestinese di: Mahmoud Darwish


Al figlio del nomade


Calza i tuoi sandali
e cammina sulla sabbia
che nessuno schiavo ha mai calpestato.
Sveglia la tua anima
e bevi alle sorgenti
che nessuna farfalla ha mai sfiorato.
Dispiega i tuoi pensieri
verso le vie lattee
che nessun folle ha osato sognare.
Respira il profumo dei fiori
che nessuna ape ha mai corteggiato.
Allontanati dalle scuole e dai dogmi:
i misteri del silenzio
che il vento rileva alle tue orecchie
ti bastano.
Allontanati dai mercati e dalla gente
ed immagina la fiera delle stelle
dove Orione allunga la sua spada,
dove sorridono le Pleiadi
intorno alla fiamme della Luna,
dove neppure un fenicio ha lasciato le sue tracce.
Pianta la tua tenda negli orizzonti
dove nessuno struzzo ha pensato di celare le sue uova.
Se tu vuoi risvegliarti libero
come un falco che plana nei cieli,
l’esistenza ed il nulla sospesi
alle sue ali,
la vita, la morte.

ill: Francesco Ballesio italian painter

martedì 1 maggio 2018

L’abbigliamento secondo l’Islam: regole generali.



Seppure l’Islam non prescriva una forma specifica di abbigliamento, i vestiti devono assolvere al loro compito senza eccedere i limiti stabiliti. La regola generale è che ogni tipo di abbigliamento modesto è lecito. Il Messaggero di Allah non ordinò né vietò un tipo particolare di abbigliamento, vietò soltanto alcune caratteristiche particolari nei vestiti.
Sono vietate:
—Le vesti che rivelano le parti intime. Il musulmano deve coprire con i vestiti le sue parti intime.
L’Islam ha stabilito quali siano le parti da tenere coperte (‘awrah) tanto per gli uomini che per le donne. La ‘awrah per gli uomini va dall’ombelico sino alle ginocchia, mentre la ‘awrah della donna, dinanzi agli uomini estranei alla sua famiglia, è tutto il suo corpo, eccetto il volto e le mani. Non è consentito abbigliarsi con vestiti troppo stretti e aderenti, né trasparenti in modo da rivelare le parti del corpo. 
—Le vesti che rendono l’uomo simile alla donna e viceversa. Indossare tale tipo di vestiario costituisce uno fra i peccati maggiori, come pure parlare o atteggiarsi come una donna se si è un uomo o all’inverso. Quindi l’Islam vuole che l’uomo rispetti la sua natura e le sue peculiarità maschili come pure la donna con le sue caratteristiche femminili; questo nel rispetto della naturale disposizione che Allah ci ha dato e nel rispetto della razionalità.
— Gli abiti che imitano i vestiti particolari dei miscredenti, come quelli che indossano i monaci ed i preti; indossare la croce o qualunque altro simbolo di un’altra religione o di un gruppo deviato.
—Le vesti che si indossano per manifestare orgoglio ed arroganza. l’Islam vieta agli uomini di trascinare i vestiti e di avere vesti lunghe oltre le caviglie, facendo questo in segno di orgoglio ed arroganza. L’Islam vieta ugualmente abiti troppo eccentrici che attirano l’attenzione della gente per la loro stravaganza o provocano repulsione per la loro forma o per i colori o che vengono indossati per farsi notare e per orgoglio.
—I vestiti in cui ci sia oro o seta naturale sono vietati agli uomini mentre sono leciti alle donne. La seta vietata agli uomini è quella naturale, prodotta dai bachi da seta.
—Gli abiti prodotti con eccesso e spreco. Tuttavia vanno considerate le diverse situazioni, per cui il ricco può acquistare abiti che il povero non può permettersi, visto il diverso livello di ricchezza e rango sociale. Perciò un tipo di abito può essere adatto per un ricco, ma diventerebbe uno spreco per un povero.

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